
Al momento nessuno scossone prevedibile. (news del 5/9/2019 – per la news in tempo reale tel. al Dr. Mario Boggini)
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Mercati sul fondo e seppure la soia non mostri segnali produttivi importanti, gli ingenti stock non consentono un rialzo dei prezzi. Fondi in attesa di fattori esterni per lanciarsi sugli acquisti.
di Mario Boggini e Virgilio – Milano, 5 settembre 2019 – Ieri lo storico analista-broker Allendale, attivo sul mercato da decenni con decine di uffici e collaboratori, ha rilasciato i dati di un suo referendum tra gli agricoltori disseminati in gran parte degli Stati Uniti D’America. La produzione del corn-mais è stata stimata in 349 milioni di tonnellate contro 353 dell’USDA di agosto mentre la produzione della campagna precedente era stata di 366 milioni di tonnellate, sempre secondo il dato USDA. La produzione del seme di soia è stata stimata in 95 milioni di tonnellate contro 100 dell’USDA di agosto, mentre la campagna precedente era di 123,66. Numeri sicuramente pesanti per il corn-mais, che quindi non sembra aver subito danni dalle ritardate semine. Numeri meno brillanti per il comparto soya che comunque non interesseranno spazi al rialzo posto gli immani stock giacenti e il rallentamento del commercio con la Cina, dovuto alla questione dazi.
Il mercato ieri ha reagito così:
Sostanzialmente il mercato è sul fondo e anche i fondi d’investimento non hanno posizioni numericamente pesanti. Forse trovano al momento più speculativi e redditizi altri settori, o più semplicemente attendono l’evento esterno per dare una spinta agli acquisti e ribaltare il mercato.
Da tempo assistiamo ad un mercato stagnate sia a livello internazionale che nel nostro piccolo territorio nazionale. Praticamente ormai esiste la “sindrome del basso prezzo” che colpisce chi è ancora convinto che il mercato possa scendere ulteriormente ma non fa i conti con i costi di produzione, difficilmente comprimibili ancora di più. Esiste inoltre l’incognita cambio Euro-Dollaro. Diversi economisti e analisti vedono un euro a termine meno forte, quindi prezzi più alti. A dimostrazione della teoria sopra esposta osserviamo i prezzi della farina di soya proteica: sul breve termine ufficialmente 320€ partenza al porto poi esistono le rivendite a valori sensibilmente più bassi, mentre sul 2020 327€ partenza porto tutti gli importatori allineati allo stesso valore.
Sul mercato interno da segnalare l’indebolimento in generale dei cereali, il calo dei cruscami che dovrebbe terminare a breve, la totale stagnazione degli altri valori.
Per il comparto biodigestori nulla da segnalare salvo suggerire, a chi usa crusca, di approfittare di quest’ultimo periodo di ribasso. Ancora difficoltoso l’approvvigionamento di farinette di mais e qualche rara partita di mais tossinato.
Indicatori internazionali 5 settembre 2019
l’Indice dei noli è salito a 2518 punti, il petrolio è a quota 56,30$ e l’indice di cambio €/$ segna 1,10215 (Hr. 8,20).
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(*) Noli – L’indicatore dei “noli” è un indice dell’andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini – esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali – (per contatti +39 338 6067872) – Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull’operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.